Selezione di canti legati ad antichi mestieri e a lavori nei campi
E’ un canto ritmico di lavoro proveniente dal Veneto, in particolare dalla zona di Venezia ed è anonimo. Questa canzone popolare era usata dai battipali, essi erano degli operai specializzati nell’infliggere sul fondo della laguna i pali, sui quali appoggiavano le costruzioni. (palafitte). Il canto serviva per ritmare l’alzata e la caduta del maglio. Queste canzoni venivano cantate dagli operai, anche per rallegrare un po’ questo duro lavoro e per sopportare con più facilità la fatica.
E' un canto di lavoro di provenienza siciliana, anonimo, che si contraddistingue per il ritmo collegato alle varie fasi della lavorazione connesse alla pesca del tonno.
I protagonisti sono quattro amici piemontesi che di "mestiere" fanno i contrabbandieri. Hanno iniziato questa professione guadagnando mille lire per aver portato due sacchi di tabacco. Dopo di che si sono recati in osteria, ma, appena giunti, dei carabinieri bussano alla porta. I quattro amici, colti con le mani nel sacco, sono stati portati in galera a Cremona. E da quel momento in poi non faranno più i contrabbandieri.
Questo canto è di anonimo romagnolo, nato intorno al 1880 con i lavori di bonifica, di sterro e di colmata, delle paludi costiere romagnole ed emiliane. Il lavoro di cui si parla in questa canzone, è quello degli scariolanti, che attrae masse enormi di contadini poveri e di braccianti per le nuove possibilità di impiego.
Il grido, allegro e spensierato, echeggia per le strade del villaggio, si perde nei vicoli e le donne scendono all'aperto con forbici e coltelli per farli molare. La breve canzone è universale, comune a tutte le regioni italiane. Oggi è un sogno pensare che ci siano ancora dei ragazzotti che imparino a fare il "moleta" dal loro padre. Il "moleta" è un mestiere ormai scomparso. In questa canzone viene decantata questa professione, mettendo in risalto l’allegria e la gioia che il moleta sempre portava per le strade del villaggio.
a Val di Sole nel Trentino ha fornito alle miniere tanti dei suoi uomini, giovani semplici che speravano, andando in miniera, di far fortuna. La mamma lo diceva che non era buona cosa, ma i giovani, si sa, vogliono fare di testa loro. E il canto e il rimpianto di uno di essi che esce rovinato per sempre da una esplosione. Solo santa Barbara può proteggere questa gente coraggiosa e sempre in pericolo.
Questo canto popolare proviene dalla Lombardia. Il testo parla del lavoro delle mondine, e di come è duro stare tutto il giorno in una risaia. La mondina non aspetta che di aver terminato il periodo della monda per tornare finalmente a casa dai suoi familiari e riprendere la sua attività di contadina.
Questo è un canto popolare di origine piemontese e ci riparla del faticoso lavoro nelle risaie. Simile a quello precedente canta la nostalgia per la casa. La mondina descrive la vita di risaia, è una brutta vita: si dimagrisce nella fatica e bisogna combattere con il sole cocente e i moschini.
Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Questo canto proviene da Reggio Emilia, ma è comune anche in Piemonte ed è legato al mondo della risaia. E’ un canto protestario del repertorio di monda. Le mondine chiedono al signor padrone di tirare fuori i soldi così se ne sarebbero tornate a casa. Misero è il pasto e alle nove di sera è già ora di dormire. Questa canzone la si incominciava a cantare a metà della monda; il lavoro delle mondine durava dai trenta ai quaranta giorni e loro dai venti giorni in poi cominciavano a cantare questa canzone, perché erano stufe di fare quel lavoro.
Non è ancora del tutto appurato se questa canzone nasce come canto delle mondine, secondo quanto Giovanna Daffini aveva indicato, o se nato nel periodo della lotta partigiana, sia poi stato adattato in questa versione dalle mondine del vercellese.
E' di anonimo marchigiano, è un libero adattamento di un tipico canto di lavoro. In esso si riflettono i toni, allo stesso tempo, mesti e allegri di chi vive da secoli i ritmi della campagna ed ha acquisito una bonaria saggezza.
La canzone della lega - La Lega
Grandissima è stata la diffusione di queste strofe in tutta la Valle Padana, dal Veneto al Piemonte, negli anni di più dura attività delle Leghe contadine (cioè tra il 1900 e il 1914). Ancora oggi La canzone della lega è ampiamente ricordata nelle campagne padane, in un gran numero di strofe, variamente combinate fra loro, su melodie molto simili. Le strofe che qui pubblichiamo sono state raccolte nel Mantovano e nel Novarese.