Il cantiere di Monfalcone
Il cantiere di Monfalcone sorge nel 1907, nella Baia di Panzano, non lontano da Trieste, grazie agli armatori lussignani Callisto ed Alberto Cosulich.
Questo cantiere si afferma ben presto in Europa, ed influenza positivamente l'economia e l'occupazione di Monfalcone e dintorni. Causa di interruzione di questo sistema fu lo scoppio della prima guerra mondiale: molti macchinari furono distrutti o trasferiti e gli edifici bombardati. Ma grazie al gruppo finanziario dei Cosulich, questa struttura industriale riuscì a risorgere, difatti nel 1920 era il primo dei cantieri del Mediterraneo.
Con le crescenti opportunità di lavoro si sviluppò il quartiere operaio di Panzano. Nel gennaio del 1908 fu depositata la richiesta della costruzione della prima casa operaia, destinata alla manodopera specializzata, costituita da tre piani, dotata di diversi alloggi e di servizi igienici ad ogni piano. Le case per le famiglie operaie erano di due piani, con quattro alloggi per ogni piano, comprensivi di cucina e servizi igienici interni; il loro accesso era indipendente e tutte le case erano dotate di un modesto orto, che fungeva anche da giardino. Così edificio dopo edificio, il villaggio cominciò a sorgere.
Era stata costituita, fin dal 1913, l'Associazione Edile di Utilità Pubblica, una organizzazione che mirava ad uno sviluppo controllato ed armonico di strutture abitative e di servizi. Infatti, a questo periodo risale il primo progetto organico del villaggio, al quale viene associato un Piano di diversificazione tra i vari livelli dei lavoratori residenti. Vi erano così case per famiglie di operai senza qualifica, case per i capi d'arte, con sembianze a blocco o a schiera, ville per i dirigenti. Inoltre vi erano ancora alberghi e convitti per lavoratori celibi o nubili.
Una delle caratteristiche principali del villaggio era rappresentata dai servizi; gli edifici con bagni pubblici, il teatro, i campi sportivi e la mensa. Il cantiere si riservava la funzione di controllo della gestione di edifici e servizi, e si faceva garante di quegli obiettivi che stavano alla base della sua realizzazione.
All'interno di questo quartiere sono state costruite delle scuole per l'avviamento al lavoro (ad esempio il corso di elettromeccanica), biblioteche e sale da lettura che furono inserite in appositi alberghi e in alcune sedi sportive. Grande importanza venne, inoltre, data alle attività ginniche, fu infatti costruita una grande palestra a disposizione di tutti i residenti.
Questo quartiere ricorda il villaggio Leumann da noi visitato, in quanto all'interno presentava le stesse comodità e istituzioni; entrambi hanno avuto lo scopo di realizzare un'idea: garantire ai lavoratori condizioni di vita, di igiene molto elevati per il periodo, offrire servizi sociali, culturali e sportivi che elevassero il livello culturale e il grado di benessere delle maestranze e dei dirigenti della propria fabbrica.