L'architettura di Gaudi'

Antonì Gaudì nacque nel 1852 in Spagna.

La sua grande passione era l'architettura che giunse a considerare come una specie di religione. Gaudì fu un sottile e sagace osservatore della natura e fin da ragazzo lo affascinavano le soluzioni "costruttive" visibili nella struttura dagli animali, delle piante, delle pietre. Gaudì osservava le piante e gli animali che gli fornivano idee eccellenti per la costruzione di strutture architettoniche e contemporaneamente gli suggerivano colori, tessiture e qualità decorative già perfette: bastava riprodurre i fiori, gli uccelli, serpenti tali quali erano. Data l'enorme quantità e complessità di forme e di modelli della natura, era logico che Gaudì elaborasse un metodo per semplificare e rendere "maneggevole" l'enorme quantità di materiale che si offriva alla sua curiosità. Questa necessità lo indusse a studiare e ad utilizzare un nuovo tipo di geometria per progettare le forme architettoniche.

Fin dall'inizio della sua carriera, Gaudì, utilizzò l'arco parabolico, che non è molto frequente in architettura, ma che egli seppe utilizzare grazie alla sua fervida e vivace fantasia. Man mano che il suo pensiero architettonico veniva evolvendosi, passò a considerare e studiare altre forme di geometria spaziale semplici quanto i solidi geometrici elementari. Da quel momento Gaudì basò la sua architettura sull'iperboloide e l'elicoide: si tratta di forme curve interamente composte da linee rette.

Le strutture di Gaudì nascono da una geometria diversa da quella abitualmente usata dalla maggior parte degli architetti: egli, infatti, utilizzò per la prima volta, nel portico della cripta della Colonia Guell (una colonia per operai con 150 case, servizi e negozi), volte e pareti formate da paraboloidi iperbolici.

In tutti gli edifici di Gaudì sono presenti simboli religiosi, anche quando non si tratta di chiese e di conventi. Ad esempio possiamo ricordare la croce che si trova nel punto più alto della Casa Batllò, al Bellesguard, nel parco Güell e nella Casa Miralles. Questo profondo sentimento religioso, del suo essere cattolico e latino allo stesso tempo, produce in lui una sintesi tra spiritualismo orientale e simbolismo pagano.

La figura di Gaudì, così diversa dalla maggior parte degli architetti, conserva molto del carattere iberico per l'indole ribelle, il senso della dignità e l'orgoglio, ma senza superbia.

 Commento su alcuni elementi architettonici

Nel 1886 Gaudì fu incaricato di costruire una villa di città per il ricco mecenate Eusebio Güell. L'edificio, dopo la sua costruzione, venne criticato, perché non rispecchiava i canoni costruttivi delle case abituali della città. Il problema dello spazio viene qui risolto in maniera del tutto originale, Gaudì si rifà ai principi dell'architettura bizantina e moresca, innestando elementi che anticipano l'Art Nouveau.

 Come si può vedere dall'illustrazione, questa stanza o ingresso ci dà un senso di ampiezza e di eleganza. Ai lati delle scale sono presenti delle colonne che sono disposte in modo molto ordinato.

 Si può notare un grande lampadario, rifinito e lavorato nei particolari. Inoltre, i lampadari, che sono disposti su due colonne rettangolari all'inizio della scala, danno una sensazione magica e molto rilassante.

La scala porta a una grande stanza che si innalza attraverso tre piani e corona con una cupola parabolica che si poggia su archi parabolici di grande effetto, e che è, a sua volta, sormontata da un'altra cupola terminante in cuspide. Questo soffitto ricorda indubbiamente l'architettura moresca. La sala è stata usata per concerti, per ricevimenti e come cappella.

Intorno alla cuspide, che emerge sulla terrazza del tetto, si elevano diciotto comignoli.

Sicuramente questi comignoli sono molto originali e costruiti da una ricca fantasia. 

Infatti tutti e 18 i comignoli che sono presenti sul tetto sono diversi.  Alcuni sono formati da un puzzle di pezzi di maiolica di svariati colori, alcuni sono costruiti interamente in pietra o sono formati sia da accostamenti di mattonelle colorate e in punta da una costruzione in pietra.

L'effetto, di questa come di altre costruzioni di Gaudì, è sempre sbalorditivo, la sua reinterpretazione di moduli stilistici diversi produce fantastiche suggestioni.

Il Collegio Teresiano fu iniziato nel settembre del 1888 su progetto di un architetto sconosciuto. Ma nel mese di marzo dell'anno successivo Gaudì continuò il lavoro e non potendo modificare il primo piano cominciò a modificarne l'esterno, ad esso conferì un aspetto austero che richiama lo stile gotico, già presente in altre opere di Gaudì, tanto da essere chiamato l'architetto del neogotico.

Dalla facciata del collegio si possono notare molte finestre, alcune solo scolpite, al centro spicca una specie di stemma formato da pietre riunite tra loro. Il colore della pietra usata per la costruzione è giallo ocra. Lo stile è molto squadrato, in tutti i particolari costruttivi.

 Un elemento di spicco del Collegio Teresiano è l'ingresso. Esso è formato da archi parabolici, semplici ed essenziali, tutti proiettati verso l'alto, essi sembrano voler portare l'animo umano verso un pensiero più elevato. L'interno dell'edificio è chiaramente coerente con l'esterno nella sua claustrale austerità, con una semplice disposizione degli spazi e per l'assenza di colori vivaci e di elementi decorativi.

Il Collegio Teresiano fu terminato nel 1889 senza la collaborazione di Gaudì.