Il Liberty di Torino
Al villaggio Leumann da noi visitato abbiamo notato che sono ancora presenti i segni ben visibili dello stile Liberty che gli conferiscono una caratteristica impronta. Questo stile architettonico è presente nelle decorazioni pittoriche, nelle formelle di ceramica, nei ferri battuti e nei litocementi (mescolanza di calcestruzzo e cemento, usato a fini decorativi al posto della pietra) presenti su tutti i manufatti.
Il Liberty, movimento internazionale che si diffonde nella cultura occidentale, è nato alla fine del diciannovesimo secolo, dai titolari della ditta inglese di mobili "Liberty & Co.". Dall'Inghilterra il Liberty, detto anche "Modern Style" passò in altre nazioni dove assunse nomi diversi, ad esempio "Art Nouveau" in Francia, "Jugendstil" in Germania, "Secessione" in Austria, "Floreale" in Italia, si chiamerà "Modernismo" nel caso di Antonì Gaudì. Questo movimento sancisce i legami tra arte ed industria e tra sogno e vita quotidiana. Il sogno del Liberty è l'arte applicata a qualsiasi elemento: tutti gli oggetti, dal catino, alla sedia alla casa, vengono travolti e unificati da un comune obiettivo: utilizzare la decorazione per rendere più piacevole l'oggetto, la struttura. Fu utilizzato per costruire ville, case popolari, fabbriche, per glorificare manifestazioni culturali di ogni tipo. Il Liberty ben si adattava, nei suoi principi stilistici, a qualsiasi tipo di costruzione, che veniva ingentilita da motivi floreali e vegetali, dall'uso contemporaneo di materiali diversi, dando per gli aspetti ornamentali, una preferenza al ferro, alla ceramica, al vetro. Gli angoli retti si piegano a formare finestre e finestroni che, con o senza bovindo, diventano motivo decorativo di per sé. L'affermarsi del Liberty in breve tempo è accompagnato da un momento di euforia condiviso da molti intellettuali, è un'arte che si vuole applicare anche alle classi operaie.
Torino si può definire la capitale del Liberty in Italia, l'Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna del 1902 fu un trionfo di questo movimento, ma purtroppo tutti i manufatti sono stati successivamente distrutti, provocando un danno irreparabile al patrimonio artistico della città. In quel periodo il Liberty ha il suo momento più favorevole di diffusione. Dell'architettura Liberty torinese si ricorda soprattutto la casa "La Fleur" di Pietro Fenoglio, o la sua famosa villa Scott, scelta da Dario Argento per la scenografia del film "Profondo rosso". Questo stile, a ben guardare la città, è presente un po' dappertutto, si può trovare in centro e nelle zone periferiche di Torino, è visibile in tutti i quartieri della città in costruzioni di vario tipo: ville, case, più o meno popolari, edifici con funzioni economiche. Guardandone le riproduzioni sui testi da noi consultati, ciò che più ha colpito la nostra immaginazione sono le vetrate, in particolare, per i suoi colori, quella del bovindo della villa "La Fleur": è interessante l'accostamento di un colore spento, come il grigio della costruzione, con i colori appariscenti, tipo il blu, il giallo, il rosso, in varie sfumature. Questa villa si trova in via Saccarelli all'angolo con corso Francia e viene chiamata Fenoglio-La Fleur, dal nome della moglie, progettata appunto da Fenoglio, uno dei maggiori esponenti del Liberty torinese con Annibale Rigotti. Pietro Fenoglio si definiva architetto igienista, sono suoi moltissimi edifici.
I più importanti progetti di Fenoglio furono:
Il villaggio operaio di Leumann, di cui parliamo anche in altra scheda, è il prodotto di una filosofia precisa, che parte da una critica alla civiltà tecnologica per sviluppare un progetto utopico, che si rifà ad esempi analoghi sorti in Inghilterra, di villaggio globale armonico: la fabbrica con attorno tutti i servizi per garantire ai lavoratori una vita dignitosa, ricca di possibilità di crescita culturale, intellettuale e sociale.
La genesi del Liberty fu assai veloce, le contaminazioni con altri stili sempre più frequenti. Le costruzioni di Torino in stile barocco sono accostate allo stile Liberty, questo provoca talvolta esiti particolari e discutibili, l'eclettismo risultante dalla commistione dei due stili influenza non solo l'architettura, ma anche l'arredamento e la grafica delle varie costruzioni.
Si sviluppò ben presto in Italia come all'estero un movimento di reazione al Liberty, considerato come esempio di cattivo gusto, che rispecchiava una certa sdolcinata superficialità di fine secolo; contro di esso si scagliarono numerosi movimenti intesi a ripristinare quella razionalità di linguaggio che era stata "brutalmente" calpestata dalla fantasia e dalla libertà di forme espressive inventate da architetti ed arredatori innamorati del Liberty.
Il Liberty decadde rapidamente, spegnendosi definitivamente negli ambienti di provincia.